Questo mondo viene di solito chiamato, dai superstiziosi e dagli
ignoranti, "una valle di lacrime", da cui saremo redenti grazie a
qualche arbitrario intervento di Dio, e portati in cielo. Che concetto
ristretto e rigido! Piuttosto, se vi va, chiamiamolo "la valle che forma
l'anima". Allora, sì, sarà possibile comprendere a che cosa serve il
mondo [...]. Io dico che forma l'anima, distinguendo l'anima
dall'intelligenza. Ci possono essere intelligenze o scintille della
divinità a milioni – ma non ci sono anime finché le scintille non hanno
raggiunto un'identità, finché ognuna non è individualmente sé stessa. Le
intelligenze sono atomi di percezione: conoscono, e vedono, e sono
pure; in breve sono Dio. Ma allora come si formano le anime? Come
riescono queste scintille, che sono Dio, a ricevere un'identità, così da
possedere una beatitudine propria, specifica di ogni singola esistenza?
Come, se non grazie a un mondo come il nostro?
John Keats, da Lettera a George e Georgiana Keats, 18 febbraio 1819
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